Il Vino Nobile di Montepulciano è la prima Denominazione italiana a fregiarsi del marchio di sostenibilità Equalitas dopo un lungo percorso.
Dopo aver ricevuto la prima fascetta DOCG nel lontano 1980 è nuovamente Montepulciano a muovere passi importanti nel futuro.
L’obiettivo è stato ritenuto da subito strategico per i vertici del Consorzio poichè per raggiungerlo è stato favorito un “cambiamento culturale” in tutte le imprese socie.
Per raggiungere tale obiettivo è stato fondamentale infatti modificare progressivamente il profilo produttivo ed organizzativo con metodi e tecniche di produzione più rispettosi per l’ambiente e del paesaggio.
Quello dato dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è un segnale importante per l’intero settore delle denominazioni del vino del nostro Paese – sottolinea il Presidente Equalitas – e giunge a conferma che il percorso intrapreso da Federdoc ha nello standard Equalitas un punto di riferimento di assoluto valore.
La visione di sostenibilità a Montepulciano nasce in tempi non sospetti. Negli anni 1985/1990, grazie alla sensibilità del Consorzio ed al sostegno del Comune di Montepulciano, fu creata una rete di stazioni meteorologiche installate su tutto l’areale di produzione per la rilevazione dei dati meteo. Uno strumento operativo a favore delle aziende che permetteva di razionalizzare gli interventi di difesa fitosanitaria con la conseguente limitazione dell’utilizzo di presidi chimici.
Nei primi anni ’90 il Consorzio fu tra i primi in Italia ad indagare i terreni produttivi tramite un progetto di zonazione denominato “Vino Nobile Di Montepulciano Zonazione e Valorizzazione Del territorio” . Fu condotto dal gruppo di ricerca in viticoltura presso l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige con il fondamentale apporto dell’allora Istituto Sperimentale per lo studio e la difesa del Suolo di Firenze. La sezione clima fu trattata dall’Istituto Sperimentale per la viticoltura di Arezzo. Il progetto ha prodotto una carta tematica per la gestione del territorio di produzione ancora oggi attuale e basilare per gli studi che si sono susseguiti. Intorno al 2006, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, è nato un progetto per lo smaltimento di scarti biologici dalle vigne per la realizzazione di biomassa da combustione per il sostegno energetico a plessi scolastici e amministrativi.
Nel 2015 invece il progetto della Carbon Footprint del Vino Nobile di Montepulciano diventa un modello su scala nazionale.
Il sistema che calcola l’“impronta di carbonio” del ciclo produttivo di una bottiglia di Vino Nobile, ovvero le emissioni di CO2 derivanti dalla realizzazione del pregiato vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, è stato infatti riconosciuto da un gruppo di istituzioni ed aziende che operano ai massimi livelli nel campo della qualità e delle relative certificazioni e che abbineranno quindi il proprio nome a quello del progetto. L’idea di misurare la Carbon Footprint della DOCG di Montepulciano e di attivare una serie di pratiche per la diminuzione o la compensazione della emissioni di anidride carbonica è stata presentata in occasione dell’Anteprima del Vino Nobile 2014 dal Comune di Montepulciano, dal consorzio dei produttori e dall’Università Marconi di Roma, incaricata della realizzazione tecnico-scientifica.
La presenza in Montepulciano di una cantina che è diventata simbolo e modello di queste pratiche, Salcheto, e la vicepresidenza del marchio Equalitas, Michele Manelli, suo titolare, hanno dato un’ulteriore spinta alle attività che hanno oggi portato a questo riconoscimento.
Per l’occasione abbiamo fatto visita a Montepulciano per degustare le nuove annata rilasciate sul mercato.
La rivoluzione di Montepulciano passa dalle scelte effettuate dai Soci e continuerà ad affermarsi nei prossimi mesi grazie al fervore e alla sferzata d’aria positiva dell’arrivo del progetto Pievi. Le 12 Pievi daranno maggiore libertà ai produttori di Vino Nobile di Montepulciano con un affinamento minimo di legno previsto di soli 12 mesi e limiteranno il potere degli imbottigliatori.
Una mossa saggia che conferma la grande visione di questo territorio che per troppi anni ha subito una ricorsa alla produzione di vini poco eleganti che non era di certo nelle proprie corde.
La rivoluzione di Montepulciano da queste ultime degustazioni effettuate con il Supporto del Consorzio Vino Nobile di Montepulciano e la splendida organizzazione in Fortezza passa da nomi importanti e da produttori in grande crescita.
Le Caggiole di Poliziano si conferma la migliore espressione di Vino Nobile prodotta a Montepulciano nel millesimo 2018.
A seguire un ex aequo qualitativo tra Bindella, De’ Ricci e Carpineto.
Ottima la qualità e le espressioni prodotte da Tenuta di Gracciano della Seta che continua a crescere e produrre vini genuini e completi con una notevole balsamicità che fa da sfondo, Fattoria della Talosa, Arboreto 2019 sarà un riferimento nel tempo nel millesimo e Montemercurio che produce il miglior Damo di sempre.
Nei giorni trascorsi a Montepulciano abbiamo dedicato molto tempo alle visite di diversi produttori tra i quali ci hanno sorpreso per progetti e vini in anteprima Cantina Del Giusto, Carpineto, Tiberini, Tenuta di Gracciano della Seta e De’ Ricci.
Di seguito i commenti di tutti i vini degustati :