Tre nuove etichette raccontano le diverse caratteristiche pedoclimatiche della zona orientale del Soave Classico.
“Suavia” è l’antico nome del paese di Soave scelto dalla Famiglia Tessari per la loro azienda proprio a sottolineare il forte legame con questo importante areale vitivinicolo italiano.
Infatti i Tessari iniziano il loro percorso nel settore del vino già a partire dai primi anni del 1900 tramite l’allevamento della vite e l’attività di conferimento uve alla cantina sociale del paese. Tale attività di conferimento va avanti fino ad inizio anni ’80 quando Giovanni Tessari e la moglie Rosetta, consapevoli delle grandi potenzialità del territorio di Soave, decidono di interrompere l’attività di sola vendita delle uve per vinificarle in proprio.
Oggi a condurre la cantina Suavia ci sono Meri, Alessandra e Valentina, tre sorelle che rappresentano la quarta generazione dei Tessari. Grazie alla loro determinazione e al loro eccellente operato, l’azienda di famiglia sta vivendo una meritata rinascita.
Questa mette in risalto l’esito positivo dell’ambizioso progetto portato avanti negli ultimi anni dalle Tessari che ha messo al centro la valorizzazione delle uve dei vitigni autoctoni locali tramite piani di ricerca in collaborazione con enti pubblici e privati oltre che attraverso l’utilizzo di pratiche vitivinicole innovative ma al tempo stesso sostenibili e rispettose del territorio, dell’ambiente e della tradizione.
L’azienda Suavia, certificata biologica con conversione terminata ufficialmente nel 2019, ha il privilegio e la fortuna di collocarsi nel punto più alto della zona Classica della denominazione del Soave, precisamente in località Fittà (comune di Soave) ad un’altitudine di circa 300 metri sul livello del mare.
Suavia dispone di 30 ettari di vigneto in cui vengono allevati con il sistema a Pergola esclusivamente vitigni autoctoni a bacca bianca: Garganega e Trebbiano di Soave.
I vigneti di Suavia hanno un’età media molto più alta rispetto agli altri presenti nella zona e quindi rappresentano un patrimonio viticolo di grande valore. Inoltre essi sono situati tutti in collina, nella zona Classica del Soave, prevalentemente nella parte orientale caratterizzata da suoli di origine vulcanica (a differenza di quelli della zona occidentale che sono a base calcarea).
Inoltre i vigneti della famiglia Tessari si estendono nelle diverse unità geografiche aggiuntive (U.G.A.), identificate in numero di 33 attraverso un importante progetto di zonazione condotto negli ultimi anni e distinte in base alle percentuali di componente rocciosa e argillosa. Questo consente all’azienda Suavia un’ulteriore diversificazione della produzione attraverso l’elaborazione di vini che esprimono le caratteristiche di ciascun terreno e presentano differenze palpabili sotto il profilo organolettico.
Le sorelle Tessari hanno scelto di onorare il legame con la loro terra d’origine specializzandosi nella produzione di Soave Classico facendone quindi il core business aziendale. L’obiettivo delle Tessari è quello di affermarsi sui mercati italiani ed esteri come punto di riferimento assoluto di questa denominazione.
L’eccellente produzione aziendale, ottenuta solamente da uve Garganega e Trebbiano di Soave, si è ulteriormente impreziosita con i tre vini del progetto vitivinicolo “I Luoghi” che le sorelle Tessari hanno presentato alla stampa specializzata giovedì 28 settembre 2023 nella sede del Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave.
Il progetto “I Luoghi” è nato da differenze sensoriali osservate nei vini prodotti da uve Garganega in purezza. Tali differenze hanno incuriosito molto le sorelle Tessari che hanno deciso quindi di approfondire la questione principalmente tramite lo studio della geologia del territorio oltre che attraverso l’analisi dell’esposizione e del microclima.
Il piano di ricerca guidato dall’esperto pedologo Prof. Giuseppe Benciolini insieme all’enologo Valentina Tessari (co-proprietaria di Suavia) ha considerato tre terreni diversi della zona vulcanica del Soave Classico già riconosciuti come Unità Geografiche Aggiuntive grazie alle loro peculiari caratteristiche e denominate: Fittà, Castellaro e Tremenalto.
Il complesso progetto è terminato con la vinificazione separata ma svolta in maniera identica delle uve Garganega provenienti dai tre piccoli diversi appezzamenti. Ciò ha portato alla ottenimento di 2000 bottiglie di tre vini, annata 2020, originali e perfettamente distinguibili chiamati appunto Fittà, Castellaro e Tremenalto proprio come le Unità Geografiche Aggiuntive.
Di seguito i commenti di tutti i vini degustati:
Vini Bianchi
Produttore | Denominazione | Vino | Annata | Score | Tipo | |
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Suavia | Soave Classico | Soave Classico | 2022 | 93 | Bianco | |
Autentico e dal profilo sensoriale preciso questo Soave Classico ricorda al naso note di pesca bianca, cantalupo, scorza di limone, zucchero filato, muschio bianco e gesso sbriciolato. Al palato, corpo medio-pieno, struttura vivace con acidità ben integrata nella matrice ed un finale luminoso ed avvolgente. |
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Suavia | Soave Classico | Fittà | 2020 | 93 | Bianco | |
Note di melone cantalupo, buccia di lime, gelsomino e camomilla emergono dal calice nel profilo principale di una Garganega fresca e diretta. Corpo medio-pieno, acidità vivace ed un finale piacevole dal sottile ricordo salino. Bevi ora. |
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Suavia | Soave Classico | Castellaro | 2020 | 92 | Bianco | |
Timido al naso si apre con note di melone, tiglio e tè verde. Fresco e dal carattere balsamico mostra al palato un corpo medio-pieno, una buona agilità nel sorso ed una chiusura armonica e bilanciata. Meglio dal 2024. |
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Suavia | Soave Classico | Tremenalto | 2020 | 89 | Bianco | |
Al naso sentori di pesca gialla, albicocca e mandorle tritate. Corpo medio-pieno, struttura essenziale con sottilissima percezione amara ed un finale di media lunghezza. Bevi ora. |