Un anno particolarmente intenso sta per volgere al termine. Come prassi siamo in ufficio per stilare la nostra Top 100 prima di augurare a tutti i nostri lettori i migliori auguri di buone festività.
Nel 2024 si allenta finalmente la politica monetaria con quattro riduzioni al tasso di interesse sul costo del denaro che dal 4% si porta al 3%. Si raggiunge la fine dell’anno con buoni propositi se pur ricchi di incertezze e preoccupazioni nel breve futuro per una inflazione ancora ben presente seppur frenata.
Siamo stati inoltre attaccati su un altro fronte forse più preoccupante, quello della pericolosità del vino che in alcune categorie viene addirittura paragonato ad armi e droghe. Ridicolo.
La comunicazione salutista in questo 2024 ha accelerato in modo esponenziale rimarcando il concetto della dannosità dell’alcol. Siamo molto tristi per vari motivi. Il primo, il principale, quello che ci sembra più grande è la sconfitta nel vedere la forma dell’alcol del vino venir equiparata a qualsiasi altra forma d’alcol presente in altri prodotti.
Certo la molecola sotto attacco è la stessa, quella dell’alcol etilico Ch3-Ch2-Oh ma è incredibilmente triste uccidere la storicità di un prodotto che è cultura, conoscenza di processi biochimici, storia, geografia, usi, costumi, tradizione, famiglia, sorrisi e tanto altro ancora nella nostra cultura così come in quella di tanti Paesi. L’alcol non fa bene come tantissime cose sul nostro Pianeta. Eppure in questi ultimi mesi non sembra affatto così.
L’alcol rappresenta una delle cause più importanti di morte nel mondo ma non è certamente da imputare ad enologi e produttori di vino di grande qualità. In meno di quarant’anni il comparto è cresciuto in maniera esponenziale grazie alla conoscenza del settore e alla tecnologia che vi si adopera per poter produrre vini “digestive”, pilotati dagli enologi ed assolutamente puri nella chimica utilizzata nella stabilizzazione finale.
C’è di molto peggio in giro per i supermercati sotto gli occhi di tutti.
In parallelo un terzo punto che vorrei portare all’attenzione in un articolo leggermente provocatorio è quello dello sviluppo dei vini dealcolati.
Ecco, anche questa storia suona come un’ enorme ingiustizia. Non bisogna usare la parola VINO su questo prodotto, troppo comodo così prendere 2000 anni di storia ed applicarli ad una nuova forma di prodotto che incontra la novità, la potenza del marketing e la voglia di sentirsi tutti parte del politically correct. Sto bevendo vino ma senza alcol quindi va bene. No, non va bene affatto.
Il vino dealcolato subisce violenti processi chimici e nella maggior parte dei casi per poter raggiungere l’equilibrio dopo aver sottratto l’alcol di sapore dolce viene addizionato di zuccheri residui, non propriamente salutare.
Per evitare di divagare troppo suggerisco, e spero che in questo possano unirsi molti colleghi, di cambiare il nome in qualcosa di diverso. Bisognerà affronatre molte volte nel corso del 2025 questo argomento a supporto e difesa dei produttori di vino tradizionali.
Il 2024 è stato un anno in cui ci siamo battuti per regalare il meglio possibile ai nostri lettori : nuovi territori visitati, oltre 4200 vini recensiti sul nostro sito, la produzione del nostro primo documentario nel mondo del vino con l’approfondimento ad un territorio straordinario, quello del Chianti Classico.
Ma c’è di più, i viaggi all’estero per promuovere La Grande Bellezza, l’elaborazione di oltre 100 Report sul nostro sito WinesCritic.com e l’assunzione di due editor che possano aumentare la qualità della nostra critica e permetterci di coprire ed esplorare nuovi territori.
Quest’anno abbiamo percorso oltre 35000 km per tornare in visita in Piemonte, Barolo e Barbaresco, Lombardia, Franciacorta e Lugana, Veneto in Custoza, Marche, Umbria e tantissima Toscana.
È l’anno dei Brunello 2019 fuori sul mercato, un’annata accolta nel migliore dei modi dalla critica e dai consumatori. È l’anno dei Barolo 2020, più difficile, molto bella perchè mediterranea e ben bilanciata con tratti eleganti ben distesi seppur in alcuni casi al limite con il sottile. È l’anno di Etna 2023 e 2022. In Toscana inoltre abbiamo degustato presso il Consorzio Bolgheri e Bolgheri-Sassicaia i Bolgheri Superiore 2021, un’annata davvero importante e strutturata interpretata magistralmente nell’areale.
Si distinguono nella nostra Top 100 produttori in grado di coniugare potenza, tecnica, precisione stilistica ed eleganza nella scelta sapiente dei legni con cui elevare i vini.
Giodo Brunello di Montalcino 2019 non ha rivali. Produce un vino perfetto ed è l’unico 100 punti assegnato da WinesCritic.com nel 2024. In verità come ormai saprete la degustazione delle nuove annate di Brunello e Barolo avviene poco prima del loro rilascio sul mercato nel mese di Ottobre e Novembre per poter potenziare la comunicazione del millesimo in uscita.
Il vino in questione è elegantissimo, ha una sobrietà ed una compostezza di pochi eletti. L’abbiamo degustato due volte e poi bevuto a pranzo il giorno successivo per essere sicuri di coronare questo progetto con il punteggio perfetto.
Giodo raggiunge il vino perfetto in un millesimo tendenzialmente caldo ma decisamente equilibrato. Una vinificazione composta da circa 15-18 di infusione delicata sulle bucce porta ad un vino profumato, succoso, equilibrato e territoriale. L’affinamento avviene per circa 30 mesi in tonneau di 5hl e tini di diversa capienza che aiutano a polimerizzare i tannini e rendono il vino di grande beva. È il bello dell’essenziale, il classicismo di una purezza territoriale e stilistica.
Dalla costituzione della nostra compagnia sono stati assegnati solo tredici 100/100 su 27600 vini recensiti. Una rarità che esiste ma che rappresenta una vera eccellenza vitivinicola in scala mondiale.
Segue al secondo posto un mito italiano, un vino assolutamente equilibrato e piacevole già in questo momento grazie ad un tasting effettuato proprio pochi giorni fa con amici a Firenze.
Stiamo parlando di Tenuta San Guido Bolgheri-Sassicaia, Sassicaia 2021. È il Bolgheri più dinamico, sinuoso e coinvolgente nel tasting effettuato ad inizio anno scorso. Grande precisione stilistica, splendida progressione floreale nei tratti “blu” tipici del Cabernet Sauvignon.
Geniale e moderno colpisce sin da subito e si regalerà certamente nei prossimi 15-20 anni.
Chiude il podio un altro Brunello di Montalcino, Renieri Brunello di Montalcino 2019. Vola altissimo nella nostra classifica perchè è un progetto tridimensionale ricco di personalità e carattere, speziatura e dinamica di beva. Con la proprietà abbiamo più volte degustato, anche in comparativa l’annata 2015 e l’annata 2016, ma ci sentiamo di dire a voce alta che questa interpretazione del millesimo 2019 è la migliore di sempre.
Dopo l’assenza l’anno scorso della denominazione Brunello di Montalcino in top 3 quest’anno si riprende la scena con due splendide espressioni.
Al quarto posto troviamo una vecchia fiamma, già vini perfetto nel millesimo 2019. Stiamo parlando di Fattoria Le Pupille con Saffredi 2021. Seguono Fuligni con il suo Brunello di Montalcino 2019, San Giusto a Rentennano con La Ricolma 2021, Gagliole con Gagliole 2021, Argiano con Vigna del Suolo 2019, Casanova di Neri con Giovanni Neri 2019 e Barone Ricasoli con Roncicone Gran Selezione 2021.
La Toscana domina fino al 18esimo posto dove troviamo il Barolo Percristina 2015 di Domenico Clerico. Barbagalli 2020 la straordinaria vigna di proprietà di Pietradolce è il primo Etna che incontriamo in classifica in posizione nr. 24.
Tante new entry in Top 100 con la presenza di 3 Bolgheri, 4 Vino Nobile di Montepulciano, 7 Barbaresco, 9 Barolo, 10 Chianti Classico, 2 Franciacorta, 2 Falanghina made in Sannio e tante altre sorpresa.
Per la prima volta entrano in classifica due vini prodotti nelle Marche : un Verdicchio dei Castelli di Jesi di La Staffa ed un Conero prodotto da Moroder. Selva di Sotto 2020 e Dorico Riserva 2018 per la precisione.
Ci abbagliano alcune espressioni di vino bianco davvero uniche. Un Vermentino Colli di Luni firmato La Pietra del Focolare, L’Anfora, un Lugana firmato Montonale, Orestilla ed un Pompeiano Bianco made in Campania, Dressel. 19.2 prodotto da Bosco de’ Medici.
La Sardegna porta due vini in Top 100 con Blue Zone, il nuovo progetto della Famiglia Bacci proprietaria di Castello di Bossi in Chianti Classico e non solo e Masone Mannu con un’etichetta chiamata Entu.
Un produttore nel territorio sannita produce una delle migliori Falanghine mai degustate, si chiama Caracara 2019 ed il produttore è Terre Stregate.
Di seguito i commenti ed i punteggi di tutti i vini inclusi nella nostra Top 100 :