La Prima dell’Alta Langa: una Settima Edizione da Ricordare.

Di Monica Marcandelli.

LA PRIMA dell’ALTA LANGA è l’evento di presentazione – in anteprima B2B – delle nuove annate di ALTA LANGA DOCG immesse sul mercato da parte dei produttori iscritti all’omonimo Consorzio, costituito ad Asti il 15 Giugno 2001 per la tutela e la promozione dell’unica denominazione esclusivamente dedicata alla produzione di spumante Metodo Classico in territorio piemontese, e che si occupa di organizzare questa manifestazione ogni anno dal 2018.

L’ultima edizione – la settima – si è svolta il 10 marzo 2025 a Torino, negli spazi de LA CENTRALE di NUVOLA LAVAZZA, dove all’incirca 1.700 professionisti accreditati del settore del vino (buyer, ristoratori, enotecari, sommelier professionisti, comunicatori, giornalisti) hanno potuto godere dell’accoglienza di 82 case spumantiere, su un totale di 85 ad oggi iscritte al Consorzio, al quale sono associati anche 90 viticoltori.

Un’edizione dai grandi, grandissimi numeri, se pensiamo che i professionisti accreditati per la prima edizione della manifestazione furono 650, 18 i produttori partecipanti, 40 le cuvée presentate.

Oggi le etichette proposte all’assaggio sono quasi 200 (i produttori hanno la possibilità di affiancare alle nuove annate anche etichette eventualmente già in commercio), tutte frutto dell’instancabile attitudine alla ricerca continua dimostrata dai produttori delle ‘ALTE BOLLICINE PIEMONTESI’ fin dal 1990, quando venne dato l’avvio alle attività di sperimentazione per la coltivazione di Pinot Noir e Chardonnay da destinare alla lavorazione con Metodo Classico per la produzione di vini spumanti, e oggi allevati su una superficie pari, rispettivamente, a circa i 2/3 e 1/3 dei 480 ettari che costituiscono il vigneto Alta Langa, per un totale di 3,2 milioni di bottiglie prodotte nell’areale nel 2024.

Foto di gruppo per i produttori partecipanti a LA PRIMA dell’ALTA LANGA. Al Centro della prima fila, in blu, Mariacristina Castelletta, Presidente del Consorzio con, alla sua sinistra, Paolo Rossino, Direttore del Consorzio.

Etichette tutte accomunate dall’adesione alle linee guida di un Disciplinare di Produzione (approvato per la Doc nel 2002 e per la DOCG nel 2011) che stabilisce un minimo di 30 mesi di permanenza sui lieviti, in bottiglia, per la seconda fermentazione, necessaria alla presa di spuma (minimo 36 mesi per la versione ‘Riserva’), con obbligo dell’indicazione dell’annata di raccolta delle uve in etichetta, il che significa che ALTA LANGA DOCG è sinonimo di ‘millesimato’.

Tutte connotate, all’assaggio, dalla comune cifra della sapidità (citata in chiaro nell’elenco delle “Caratteristiche al Consumo” riportate all’Art. 6 del Disciplinare), eppure tutte dotate di un proprio carattere, di una propria personale individualità, per via dell’estrema varietà pedo-climatica di un territorio articolato in 149 comuni, suddivisi tra le province di Alessandria, Asti e Cuneo, tra la destra orografica del fiume Tanaro e il confine con la Liguria, proprio a nord della provincia di Savona, tra le Alpi e il mare, con quote dei vigneti variabili tra i minimo 250 metri sul livello del mare specificati dal disciplinare e i 480, 550, 600 metri sul livello del mare dichiarati (anche in etichetta) da alcuni dei produttori presenti a LA PRIMA parlando di provenienza delle uve destinate alla produzione dei propri vini.

E per via, anche, del margine di discrezionalità previsto dal disciplinare sulla base ampelografica (Pinot Noir e Chardonnay, uniti o disgiunti, per una percentuale della massa variabile tra il 90 e il 100%) e sulla possibilità di prevedere l’aggiunta di “Alta Langa più giovane” ad “Alta Langa più vecchio”, o viceversa, per un massimo del 15% della partita. Parametri sui quali i produttori hanno facoltà di scelta, nei limiti previsti dal disciplinare, al solo fine di conferire ai vini le migliori caratteristiche di qualità (tendenzialmente alta per la quasi totalità degli assaggi condotti durante la manifestazione), e che portano una grande ricchezza di modalità espressive innestate su una matrice di riconoscibilità comune – l’ “essere” ALTA LANGA DOCG – proclamato “Vino dell’Anno Regione Piemonte” per il 2025 dall’Assessorato al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi di Regione Piemonte proprio in occasione de LA PRIMA.

Tra gli ALTA LANGA DOCG assaggiati per le diverse tipologie previste dal disciplinare della denominazione (spumante, anche riserva e spumante rosato, anche riserva), una particolare segnalazione per:

Alta Langa DOCG Cuveé N°1 Brut 2020 di Paolo Berutti, sede dell’azienda in Santo Stefano Belbo (CN), 100% Pinot Noir, seconda fermentazione avviata con la sola aggiunta alla massa di mosto congelato delle stesse uve, naturalmente ricco di zuccheri, permanenza di 36 mesi sui lieviti, fragrante al naso di sfumature che ricordano il rivestimento di zucchero di un confetto e anche la mandorla che ne costituisce l’anima, in perfetto contrappunto con un sorso pieno e rotondo e sapido, in un equilibrio d’assieme che fa della morbidezza e della gradevolezza la sua cifra;

Alta Langa DOCG Riserva Blanc De Noir Pas Dosé 2020 di Deltetto, sede dell’azienda in Canale (CN), 100% Pinot Noir, fermentazione in barriques di rovere francese usate dai 10 ai 25 anni, con il solo obiettivo di avere la giusta micro-ossigenazione durante il riposo del vino base sur-lie, 42 mesi di permanenza sui lieviti durante la presa di spuma, connotato da un magistrale equilibrio tra corpo e verticalità, reso fresco e piacevole da sfumature di camomilla e limone, e vivido da striature di zenzero, sorprendentemente più teso dell’ Alta Langa DocG Riserva Blanc De Blanc Pas Dosé 2020 prodotto dalla stessa azienda, 100% Chardonnay, con una lavorazione analoga a quella del Blanc De Noir, e pure meritevole di essere segnalato per un naso reso suadente da morbidi sentori di burro e mela cotta al limone e un sorso cremoso, carezzevole, soddisfacente;

Alta Langa DOCG Brut 2013 Magnum di Ettore Germano, sede dell’azienda in Serralunga d’Alba (CN), da uve Pinot Noir e Chardonnay vinificate in legno per il 10% della massa, 30 mesi di permanenza sui lieviti, sboccato nel 2017, quindi in magnum da più o meno 8 anni, e degno di una menzione speciale per l’ancora godibile e strepitosa e sconcertante freschezza di beva, anticipata e sostenuta da vivaci note citrine al naso, elegantemente accompagnate ed arricchite da un bouquet di fiori primaverili appena sbocciati, tra cui spiccano i fiori d’arancio, robinia e sambuco, verso un finale che fa pensare alla levità e finezza della trama di un raffinato merletto;

Alta Langa DOCG “Il Viaggio” Blanc de Blanc Extra Brut 2021 di Roberto Garbarino, sede dell’azienda in Neive (CN), 100% Chardonnay, 32 mesi di permanenza sui lieviti, lavorazione in solo acciaio, gradevole, pulito e fresco, sapido, reso vivido in bocca da un perlage sottile, persistente e pungente, fatto di un’infinità di minuscole capocchie di spillo a renderlo singolarmente stimolante;

Alta Langa DOCG “Matteo Giribaldi” Riserva Pas Dosé 70 Mesi 2016 di Mario Giribaldi, sede dell’azienda in Rodello (CN), 60% Pinot Noir e 40% Chardonnay, 70 mesi di permanenza sui lieviti, sboccato nel 2023, si distingue al sorso per una freschezza sferzante e una bolla vividissima e corroborante, sostenute entrambe da una struttura vigorosa, garante di un equilibrio godibile a tutto tondo, verso un finale lievemente salmastro, che ricorda l’aromaticità di un’ostrica;

Alta Langa DOCG “Psea” Pas Dosé 2020 di Pecchenino, sede dell’azienda in Dogliani (CN), 70% Pinot Noir e 30% Chardonnay, 6 mesi in barriques francesi con bâtonnage settimanali per il vino base e permanenza di 36 mesi sui lieviti per la presa di spuma, sapido e stuzzicante fin dal naso, verticale e tagliente al sorso, con un finale reso vivace da delicate note speziate al ricordo di pepe bianco, in un effetto d’assieme carico di buona energia e tanta solarità;

Alta Langa DOCG Riserva Pas Dosé 2018 di San Biagio, sede dell’azienda in La Morra (CN), 100% Pinot Noir, 60 mesi di permanenza sui lieviti, elegantissimo al naso, gradevolmente sapido al sorso, rivelatore di una bolla vellutata e, per via retronasale, di lievissime e inaspettate sfumature di zucchero cristallizzato animato da un tocco di zest al limone, in un equilibrio d’assieme connotato da essenzialità, raffinatezza, classe;

Alta Langa DOCG Riserva Zero De Saignée Pas Dosé 2018 di Enrico Serafino, sede dell’azienda in Canale (CN), 100% Pinot Noir, estrazione del colore dalle bucce con la tecnica del salasso (de saignée, in francese), fermentazione in acciaio e permanenza sulle fecce fini per 6 mesi con periodici bâtonnage, 60 mesi di permanenza sui lieviti, color rosa antico, con sfumature da buccia di cipolla ramata, fragrante al naso di piccoli frutti rossi e sentori di geranio, che anticipano un sorso fresco, pieno e strutturato, di corpo, che fa quasi pensare ad un vino rosso.

Un ottimo inizio, che rende estremamente auspicabile il poter proseguire nell’esplorazione del territorio dove, nel XIX secolo, è nato il primo Metodo Classico italiano, in attesa della prossima edizione de LA PRIMA dell’ALTA LANGA, il punto di riferimento annuale per la degustazione delle ‘ALTE BOLLICINE PIEMONTESI’.

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