Conti Capponi : 500 Anni di Storia a Villa Calcinaia in Chianti Classico

Oggi 23 Maggio 2024 i Conti Capponi festeggiano 500 anni di storia a Villa Calcinaia.

Era il 23 Maggio 1524 quando Niccola di Andrea Capponi acquistava da Sebastiano del Caccia, quattro poderi con casa da signore nella località detta la Calcinaia in Valdigreve.

A festeggiare fortemente una ricorrenza speciale in quella che resta, 500 anni dopo, il cuore e la residenza della Famiglia Capponi sono il Conte Sebastiano Capponi ed i fratelli Tessa e Niccolò che dal 1992 rappresentano la trentasettesima generazione dei Capponi.

Da destra Niccolò Capponi, Sebastiano Capponi, Tessa Capponi e Filippo Bartolotta.

Con circa 200 ettari di proprietà la Villa Fattoria Villa Calcinaia, come amano definire la propria realtà in casa Capponi, rappresenta un simbolo in Chianti Classico e non solo.

L’azienda in numeri vede la presenza di 31,5 ettari vitati, 10 ettari di oliveto e 100 ha di bosco.

Tra i punti più importanti toccati nella degustazione celebrativa condotta magistralmente dal Wine Educator Filippo Bartolotta ci sono stati quello della sostenibilità sintetizzata da Tessa nel rispetto che muove il mondo, quello del panorama paesaggistico e quello della storia fortemente radicata in Chianti Classico.

Cinquecento anni di storia raccontanti in poco più di un’ora e mezza con aneddoti vari e dinamica perfetta. Professionisti giunti da tutto il mondo per l’occasione.

Dal sindaco di Greve in Chianti Paolo Sottani al Vicepresidente della denominazione Chianti Classico Sergio Zingarelli passando per Federico Staderini, consulente storico ad importatori americani e wine writer internazionali.

Una degustazione in 5 step per ripercorrere i 500 anni con i seguenti vini :

Mauvais Chapon Metodo Classico 2018; AD 1613 Rosso Toscana IGT 2011; Villa Calcinaia Chianti Classico DOC 1969; Vigna Bastignano Rosso Colli Toscana Centrale IGT 2006; Villa Calcinaia Chianti Classico Riserva DOCG 2010.

Cinque vini per 5 momenti storici differenti.

Deliziati prima di ripartire dalla splendida esperienza degustativa di due Chianti Classico Annata 1975 ed Annata 1991. Per essere maggiormente esaustivi e ricchi nel nostro report siamo felici di condividere con voi gran parte del Comunicato Stampa

LA FAMIGLIA CAPPONI, IL CHIANTI E IL VINO

La famiglia Capponi è legata al territorio vitivinicolo toscano da sempre: la storia familiare è inscindibile dalla produzione del vino, tanto che il primo documento che descrive la vendita di una loro vigna nel senese è datato 1052, mentre la presenza in Val di Greve è ascrivibile alla metà del ‘400. Ancora, la produzione del vino nei beni della famiglia è chiaramente documentata dal trasporto dei vini di tipo vermiglio verso Firenze.Sarà proprio un Capponi, Niccola (1577-1643), che dopo una brillante carriera militare e frequenti viaggi in Francia, nel 1613 scriverà il primo atto sulle tecniche utilizzate oltralpe all’interno del suo trattato Modo di fare il vino alla Franzese, secondo l’uso de migliori paesi di Francia. L’idea era quella di sviluppare una produzione che rispondesse alle nascenti richieste di mercato dirette verso vini meno colorati, ritenuti più salutari, maggiormente robusti, in grado di sostenere “l’annacquo” e che rispondevano eccellentemente all’invecchiamento. È questo uno dei primi documenti che parla di un vino moderno nel senso più stretto del termine: per ottenere questa tipologia di vino si doveva procedere a un’attenta selezione di acini, perfettamente maturi e ricchi di zuccheri; iniziando la fermentazione nei tini e continuandola nelle botti.Il vino Chianti sarà il principale vino italiano da esportazione, fino ad essere quasi l’unico su alcuni mercati stranieri nel XVIII secolo, richiesto in particolare dai ceti nobiliari dell’epoca, quasi uno status symbol tanto in Italia quanto all’estero. Nel 1722 il duca di Norfolk scriveva ad un rappresentante di Brolio a Londra per assicurarsi ogni mese la consegna “di cinquanta o più casse del vero Chianti”. Nel 1716 Cosimo III, Granduca di Toscana, emanò un editto per definire i confini della zona di produzione del vino, prima denominazione “ante litteram”, il cui scopo era chiarire quale fosse il vero Chianti rispetto alla grande quantità di vini prodotti in diverse parti di Italia (e del mondo, in una sorta di italian sounding ante-litteram). Il Granduca ebbe molti legami con la famiglia Capponi: Vincenzio Maria (1650-1725) e Ferdinando (1643-1714) furono i suoi Signori di Camera, Francesco (1612-1676) il suo Cappellano, e Vincenzio (1605-1688) la cui biblioteca privata fu fonte della Biblioteca Riccardiana era senatore durante il regno di Cosimo III. Parallelamente, verso il 1730       Ferdinando Carlo Capponi costruisce la cantina di fermentazione a fianco di Villa Calcinaia per centralizzare la produzione del vino con l’intento di garantire un maggior controllo sulla qualità. Del 1893 è l’Esperimento dell’Unione dei Produttori Vini del Chianti, i cui soci principali – Calcinaia, Uzzano, Vignamaggio e Tizzano – costruirono imponenti cantine per facilitare la logistica dell’imbottigliamento e la commercializzazione del vino Chianti. Il primo presidente dell’Unione fu proprio il conte Piero Capponi.E ancora Piero Capponi fu tra i primi ad associarsi al Consorzio per la difesa del Vino Chianti e della sua Marca d’Origine fondato a Radda nel 1924 da 33 produttori che nel 1932 ricevette per i suoi vini la facoltà di aggiungere il suffisso “Classico” per distinguere il Chianti originale, prodotto nell’antica omonima zona delimitata nel 1716, da altri vini fatti “all’uso del Chianti” prodotti al di fuori di detta zona.Nella prima metà del Novecento a Villa Calcinaia si iniziarono a fare delle interessanti sperimentazioni enologiche, come la creazione del primo vigneto specializzato, dedicato a una sola coltura e perciò non promiscuo, a opera del conte Recco. La varietà principale è naturalmente il Sangiovese; ma insieme ad esso convive una piccola comunità di altri varietali che rendono la popolazione del vigneto più eterogenea e vivace.Nel 1992 il conte Sebastiano prende in mano la gestione di Villa Calcinaia e nel 1996, con il supporto professionale dell’ampelografo Roberto Bandinelli, inizia a conservare il patrimonio genetico delle uve presenti nei terreni dell’azienda, tra cui il Mammolo, il Sanforte, l’Occhiorosso, il Canaiolo, il Buonamico, l’Occhio di Pernice, il San Colombano, la Malvasia Bianca, il Trebbiano e più di 150 biotipi di Sangiovese. Alcuni di questi varietali complementari vengono vinificati e imbottigliati a parte, a seconda della disponibilità dell’uva, in particolare l’Occhiorosso, il Sanforte e il Mammolo.Dal 2022 l’azienda ha intrapreso un percorso in collaborazione con l’Università di Firenze “per la valorizzazione del vitigno autoctono Occhiorosso per il miglioramento delle produzioni vitivinicole toscane”.

LA FAMIGLIA CAPPONI E FIRENZE

La storia della famiglia Capponi è inscindibile dalla storia di Firenze, dapprima mercanti di lana e seta e poi nobili e mecenati delle arti, protagonisti della Repubblica, del Rinascimento, e del Granducato. Uno degli episodi che rese celebre la famiglia fu proprio quando, come capo della delegazione della Repubblica fiorentina durante l’assedio di Firenze del 1494, Pier Capponi si oppose alle minacce e alle esose pretese da parte del re Carlo VIII di Francia, a cui diede la celebre risposta: «E se voi suonerete le vostre trombe noi daremo alle nostre campane!» sottintendendo con questa frase il fatto di essere pronto a chiamare il popolo fiorentino a combattere nelle strette vie cittadine nel caso l’esercito francese avesse messo mano alle armi. I Capponi furono presenti a Firenze almeno dalla prima metà del XII secolo: la prima menzione d’archivio è di un certo Cappone Capponi, immatricolato nell’Arte della Seta nel 1210. Gli anni del Granducato per i Capponi furono un periodo di serenità politica e familiare, in cui gli affari della famiglia fiorirono grazie alle numerose proprietà terriere, tanto da fare arrivare il titolo nobiliare di conte. A causa di questi svariati secoli di permanenza a Firenze sorgono in città numerosi palazzi e ville, sparsi in tutta Firenze, che portano il cognome Capponi e che testimoniano come la famiglia fosse protagonista della storia cittadina. Edifici carichi di arte e bellezza tra cui: Palazzo Capponi-Covoni, Palazzo Capponi alle Rovinate, Palazzo di Gino Capponi all’Annunziata, Palazzo Capponi-Vettori, Palazzo Capponi-Incontri, Casa Capponi, Villa Capponi ad Arcetri e, naturalmente, Villa Calcinaia a Greve in Chianti, giunta oggi al compimento di 500 anni di proprietà della famiglia.

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