Focus Colline Teramane 2025: un momento di crescita e confronto per la denominazione 

di Fosca Tortorelli

Atri ospita dal 27 febbraio al 1° marzo 2025 l’incontro sui vini delle Colline Teramane, un appuntamento che segna un traguardo importante, ossia i 30 anni dal riconoscimento della sottozona Colline Teramane (1995) e i 20 anni dalla Docg (2003).  

Organizzata dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo e voluta dal Comitato di denominazione Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo DOCG, con il supporto della Camera di Commercio Gran Sasso e del Gal Terreverdi Teramane, l’iniziativa valorizza un territorio unico tra il Gran Sasso e il mare Adriatico.  

Le Colline Teramane rappresentano un mosaico di paesaggi che spaziano dal mare Adriatico alle vette del Gran Sasso, con un patrimonio architettonico, artistico ed enogastronomico di grande valore. Un luogo dove la viticoltura si intreccia con la storia, caratterizzando l’identità del territorio e dei suoi produttori, che con passione e intraprendenza hanno reso il Montepulciano d’Abruzzo DOCG un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale.

La denominazione si distingue per un disciplinare di produzione più restrittivo rispetto al Montepulciano d’Abruzzo DOC, che prevede l’obbligo di vinificazione e imbottigliamento nella zona di produzione, oltre a tempi minimi di affinamento più lunghi (1 anno per la versione giovane, 3 anni per la Riserva). Inoltre, la collaborazione costante con l’Università e l’Istituto Agrario di Teramo ha permesso di sviluppare pratiche sempre più orientate alla sostenibilità e alla qualità.

Come sottolineato da Enrico Cerulli Irelli, presidente del Comitato di denominazione Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo DOCG, questa due giorni di approfondimento è stata volutamente chiamata “Focus” e non semplicemente Anteprima, poiché mira a un confronto concreto con la stampa specializzata.

“Il Focus sulle Colline Teramane, giunto alla sua quinta edizione, rappresenta un momento cruciale per la nostra denominazione. È un’opportunità per confrontarci con esperti del settore e far emergere le peculiarità di un vino che racconta la storia, la cultura e la passione dei nostri produttori”.

Scarsi cinquanta i campioni in assaggio, con una focalizzazione sul Montepulciano d’Abruzzo Docg nelle versioni giovane e Riserva, oltre a un esiguo numero di campioni delle tipologie Superiore di Trebbiano, Pecorino e Cerasuolo d’Abruzzo.

Per quanto riguarda il Montepulciano, sebbene alcune aziende non fossero presenti con i loro campioni, il livello qualitativo complessivo è risultato elevato, con una crescita evidente nella categoria Riserva. I vini hanno dimostrato maggiore equilibrio e bevibilità, con una gestione del legno più consapevole e meno invasiva.

Il confronto tra i produttori e la stampa specializzata ha trovato spazio anche nel dibattito moderato dal giornalista Antonio Paolini presso il Teatro Comunale di Atri, con il coinvolgimento di alcuni dei colleghi giornalisti, che hanno seguito le edizioni precedenti dell’evento. 

I giornalisti coinvolti – Jonathan Gebser, Giovanbattista Marchetto, Raffaele Mosca, Alessandra Piubello, Fosca Tortorelli e Franco Santini, hanno raccontato lo stato dell’arte del Montepulciano d’Abruzzo Docg, a partire da un vino che secondo loro, risultava significativo ed espressivo della direzione intrapresa. 

Alla fine del racconto di ciascuno di loro, si è aperto un interessante confronto con i produttori presenti, creando un momento di messa a nudo di pregi e difetti della realtà teramana. 

La valorizzazione del Montepulciano d’Abruzzo DOCG non può prescindere dalla cultura gastronomica teramana, che rappresenta un elemento imprescindibile per comprenderne l’autenticità. Il vino si sposa perfettamente con i sapori decisi della tradizione locale terragna, senza dimenticare i piatti di mare. 

La cucina teramana affonda le sue radici nella cultura pastorale e nella transumanza, quando i pastori percorrevano il tragitto tra il Gran Sasso e l’Adriatico, scambiando materie prime d’eccellenza tra mare e montagna: erbe aromatiche, formaggi, latte, carne e vino. 

Pur caratterizzata da preparazioni lunghe e articolate, la cucina teramana conserva una delicatezza straordinaria, offrendo un’esperienza gastronomica e culturale unica. Questa fusione di sapori si legge nei piatti assaporati nel ristorante Fondaci Italiani, nel centro storico di Atri, imperdibili gli spaghetti alla chitarra con pallottine e le scrippelle ‘mbusse, che ancora oggi raccontano la storia e i sapori autentici di questo territorio. Di matrice diversa, ma perfetti con le referenze teramane le proposte di mare del delizioso Alusea Bistrot a Silvi Marina.

L’Anteprima Colline Teramane 2025 si conferma così un appuntamento di riferimento per raccontare non solo un vino d’eccellenza, ma anche il territorio e le sue tradizioni, proiettando la viticoltura teramana verso nuovi successi sui mercati internazionali.

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