La precisione d’esecuzione e la conoscenza dei ritmi e dei cicli della natura ha permesso alla azienda agricola Foradori di distinguersi e caratterizzarsi in modo autorevole ed unico nel panorama vitivinicolo italiano e mondiale.
La filosofia di vita e dunque la ragione di esistere per l’azienda trentina è sintetizzata in due sole parole, “saper ascoltare”.
È questo che da sempre qui fanno: assecondano il volere della natura, conducono in modo invisibile la vinificazione dopo aver preservato la sincerità e la genuinità dei frutti in vigna.
La Storica azienda agricola fondata nel 1901 e acquistata da Vittorio Foradori nel 1939, ad oggi vede alla guida una dinamica quarta generazione così suddivisa: alla produzione i giovani fratelli Emilio e Theo Zierock, la sorella Myrtha coinvolta nella produzione orticola mentre la madre Elisabetta si occupa della caseificazione.
Se dovessi scegliere una bottiglia rappresentativa dell’azienda Foradori, indubbiamente sarebbe il Lezèr, nome che nel dialetto locale indica leggerezza, nata nel 2017 con l’intento di salvare l’ingente quantitativo di uve colpito da una forte grandinata, è una fresca interpretazione di un uvaggio storico trentintino, il Teroldego.
Questa è la mentalità aperta e visionaria che contraddistingue l’azienda trentina che ha una marcia in più elevandosi leader nel settore.
Azienda dalla filosofia Biodinamica dal 2002, riceve la certificazione Demeter nel 2009.
Situata alle pendici delle Dolomiti si estende per 28 ettari di vigneti suddivisi nella produzione tra le vigne dai suoli alluvionali di Campo Rotaliano per gli uvaggi a bacca rossa (Teroldego e Pinot nero); e le vigne nelle colline argilloso-calcaree di Fontanasanta per quelli a bacca bianca (Nosiola e Manzoni).
Il Teroldego rappresenta quantitativamente più della maggior parte della produzione aziendale e vede la sua massima espressione dopo 15 mesi di affinamento in grandi botti nel Granato, etichetta nata nel 1986.
Degna di una nota la Nosiola, unico vitigno a bacca bianca autoctono trentino, prodotto da un contatto di circa 8 mesi con le bucce in anfore spagnole di terracotta dette “tinajas“. Le stesse anfore vengono utilizzate per una recente collaborazione con Marco Devigili nella produzione del Fuoripista Pinot Grigio.
Etichetta che dimostra, non solo la grande collaborazione dei produttori trentini, ma la continua evoluzione e innovazione aziendale, mantenendo la spontaneità espressiva della pianta e delle tradizioni locali.
Abbiamo intervistato Theo Zierock e abbiamo parlato proprio di tutto ripercorrendo la nascita dell’azienda, la filosofia biodinamica che li contraddistingue, le etichette prodotte in azienda e tanto altro.
Trovate inoltre tutti i vini degustati nel nostri sistema di ricerca avanzato.
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