Generazione Vulture, la grandezza di un territorio vulcanico.

Il Vulture è un territorio vulcanico che si estende principalmente al Nord della Basilicata ed è fortemente influenzato climaticamente e non solo dall’omonimo Monte, famoso ormai ai più nel mondo del vino, in Italia e all’estero.

Nel caldo luglio sono partito alla scoperta di questo luogo dall’imponente fascino e dalle mille sfumature di colori, ricco di storia e cultura che lo impreziosiscono e e lo rendono unico nel suo genere. L’identità e le caratteristiche principali di questo territorio del Sud Italia sono il clima temperato freddo, le altitudini e di sicuro la matrice mista dei terreni in grado di virare dal suolo lavico al suolo argilloso ricco di minerali e componenti costituenti. È stato impressionante infatti e davvero emozionante poter vedere di persona le differenze cromatiche dei terreni e della matrice vulcanica che viravano nel giro di pochi metri dal grigio chiaro al grigio scuro fino a toni accesi di giallo manifestando tutta la loro ricchezza.I vini degustati sono espressione territoriale e i produttori lucani hanno ridimensionato fortemente la componente legnosa nei loro vini generando degli Aglianico strutturati e solidi senza però cadere nella tentazione di forzare le estrazioni e qualche volta produrre vini “pesanti”.

Durante la degustazione è stato immediato notare l’uscita sul mercato da parte dei produttori con annate diverse e mi sono ritrovato per questo ad assaggiare vini dall’annata 2011 alla 2017.Questo potrebbe generare una sorta di confusione nel consumatore finale ma dona allo stesso tempo la possibilità di confrontare le annate e capirne meglio l’evoluzione e gli affinamenti che avvengono in bottiglia.È stato interessante infatti poter avere a confronto le diverse annate e poter commentare alla cieca ciò che ho ritrovato nel bicchiere con le annate 2015, 2016 e 2017 che hanno presentato un’eccellente qualità e profili differenti.

Diversi i produttori che si sono distinti in questo tasting con Elena Fucci ed il suo Titolo performante ed incisivo che mostra sin da subito la qualità importante ottenuta nel millesimo, più difficile e meno interessante nel resto d’Italia.

Intriganti ed interessanti i differenti Cru di Basilisco principalmente dell’annata 2015 con il “Marna” ed il “Teodosio“.

Emozionante poi il Duemilaundici di Grifalco, un vino di estrema precisione ed eleganza prodotto ahimè in una quantità davvero limitata in questo primo progetto nato proprio nell’annata da cui prende il nome.

Il Duemilaundici è la fusione ed il racconto dei due fratelli Lorenzo ed Andrea Piccin, proprietari dell’azienda di famiglia della loro migliore espressione di Aglianico, affinato per 24 mesi in sole due barriques usate e successivi 60 mesi in bottiglia prima di essere rilasciato sul mercato.

È secondo i due fratelli il perfetto momento per iniziare a berlo dopo aver riposato ed aver lentamente ricompattato la matrice ed il bouquet sensoriale ed aver ammorbidito delicatamente i tannini spesso mordenti e vivaci del vitigno lucano.

Davvero interessanti ed autentici anche altri produttori tra i quali non posso non citare Bisceglia, Musto Carmelitano, Madonna delle Grazie, Carbone e Martino.

Tutti insieme i produttori citati costituiscono Generazione Vulture, unione reale e di sana natura di un gruppo di giovani produttori intenzionati a rappresentare la vera essenza ed il cuore della propria Terra : il Vulture.

Il segreto è quello di essere veri amici anche fuori dal mondo del lavoro ed il loro motto è Vulcanic Inside a dimostrare quanta energia e positività riescano a dispensare e a diffondere sul territorio.

Spigliati e disinvolti hanno raccontato la loro espressione e la differente interpretazione del vitigno Aglianico portando in alto il nome dei piccoli comuni che saranno sempre più famosi a livello mondiale.

Barile, Venosa, Melfi, Rionero in Vulture e Maschito sono solo alcuni dei comuni di produzione in cui si trovano i produttori citati che con differenze in altitudini e distanze dal monte Vulture generano vini di differenze sostanziali e profili differenti, rendendo unica la loro interazione e sempre più interessante il confronto di territori.

Qualcosa è cambiato da quelle parti ed il cambiamento sembra inarrestabile…

Il “Barolo del Sud” non è mai stato così vivace e pronto a dominare le scene dei migliori vini italiani.

I miei punteggi

Bianchi

Rosati

Rossi