Ristopescheria da Mery : Solo Se hai vera qualità puoi permetterti il lusso dell’arroganza

Una piccola fuga in quel di Bolgheri è il pretesto per iniziare le nostre recensioni ai ristoranti italiani.

Premetto che l’intento è lo stesso di quello delle recensioni dei vini : criticare in positivo la bellezza che ci circonda. Sarà fondamentale però nei diversi report che scriveremo dare un punto di vista oggettivo e critico di location, servizio, carta dei vini, preparazioni in cucina ed anima.

L’anima è qualcosa di fondamentale che nella ristorazione italiana non può mancare e rappresenta un insieme di fattori che contribuiscono a regalare una piacevole serata in settimana come nel week end.

Il primo ristorante a finire nel radar è Ristopescheria da Mery, una locanda gestita da pescatori dal 1958 a conduzione familiare. Siamo a Marina di Cecina un luogo davvero carino che nelle calde serate di luglio, post pandemia, risulta essere ricco di energia e vitalità.

La location è curata con tavoli nuovi ed illuminazione perfetta.

Presi forse dall’euforia e dalla perdita dell’aperitivo dalla barchetta all’esterno sbagliamo l’ingresso ed i ragazzi che gestiscono il locale non la prendono proprio bene, risultando nervosi e commentando in maniera acida piuttosto che indicarci l’ingresso principale.

Non è proprio un buon inizio ma affacciandoci alla vetrina del pesce i presupposti per una buona serata continuano ad essere elevati.

Alla seduta al tavolo, sempre stizziti e senza degnarci di uno sguardo, ci indicano che è possibile sedersi in tutti i i tavoli liberi da due e dopo alcuni istanti di esitazione prendiamo posto.

Proviamo a chiedere un vino per iniziare ma dopo pochi istanti, Andrea racconta a tutta la sala ed in modo giusto la filosofia del Ristorante: “Ci sono solo 4 bollitori e se si scelgono molte cose diverse si allungano i tempi di preparazione”, una giusta sentenza ma inutile in una sala costituita prevalentemente da tavoli da due persone che non hanno modo di interagire tra di loro e nemmeno hanno voglia di mettersi d’accordo dopo quasi due anni di lockdown.

La filosofia del locale tipica prosegue poi nel menù raccontato a noi al tavolo che presto però diventa un racconto per tutti i commensali alzando la voce ed urlando a tutti praticamente dal nostro tavolo. Fortuna abbiano rispettato l’ordine delle prenotazioni poi….

Finalmente scegliamo il vino…. ehm no non ancora. Chiediamo la prima bottiglia in carta un Soave che però è terminato, chiediamo la seconda, un Sauvignon Altoatesino, stessa risposta, un’ultima richiesta prima di rassegnarci al destino, un Bolgheri Bianco che fortunatamente era stato correttamente scritto in carta e prontamente portato al tavolo per iniziare l’aperitivo. Temperatura perfetta, peccato per la notevole scelta in carta di vini teorica ma purtroppo non presente. Inevitabile non notare anche l’assenza delle annate sulla carta dei vini.

Ordiniamo con le idee già chiare ed assolutamente non influenzati dal Menù e dal cantastorie di sala.

“Quattro ostriche ed una frittura di paranza” chiediamo noi al tavolo diretti e sicuri. “E poi cosa volete al secondo giro” la riposta del cameriere. “Iniziamo così”, contraccambiamo noi. Nuovamente stizzito da qualcosa che non tornava loro ci chiedono 3 volte se siamo sicuri perchè se volessimo poi aggiungere altro successivamente i tempi di attesa sarebbero diventati lunghissimi. “Va bene così” rispondiamo con il sorriso e con l’idea di fare più un aperitivo lungo che una cena.

Finalmente arriva il cibo 4 ostriche Fine de Claire di calibro 3 o calibro 2 provenienti direttamente dalla Francia anche se non abbiamo voluto chiedere di preciso da dove per evitare di continuare ad irritare i proprietari. Semplicemente eccezionali, aperte pochi istanti prima di qualità importante e ben servite con del pane e nero ed un burro allo scalogno.

Ostriche, Frittura di Paranza e Bolgheri Bianco.

Insieme arriva la frittura, ovviamente pensavano che avessimo preso queste cose ognuno per conto proprio, ma noi al tavolo preferiamo la filosofia to share di condivisione e dunque dopo pochi minuti siamo pronti anche per degustare la seconda portata. Prodotti di alta qualità e cottura all’italiana con poca farina e crosticina sottile esaltano la qualità della materia prima generosa e davvero fresca. Ottima esperienza.

Finalmente felici e convinti di quello che stavamo mangiando ordiniamo uno spaghetto ai ricci per chiudere in bellezza. Ennesima richiesta strana per i livornesi, un solo piatto in due, forse pensavano che una persona avrebbe mangiato e l’altra avrebbe guardato, ma non è di certo questo il nostro caso. Arriva prestissimo anche prima dell’ordinazione dei tavoli precedenti, chissà che la scelta di ordinare scaglionata non fosse proprio stata quella giusta!

Spaghetto ai Ricci.

Buonissima e di gran carattere la base aglio, olio, prezzemolo e peperoncino dava struttura al piatto e contrastava bene il sapore forte e dolciastro del riccio. Piccole critiche per puntare ad un piatto quasi perfetto: sarebbe stata più intrigante la preparazione con un formato di pasta più grande ed una cottura più croccante giusto un paio di minuti meno di cottura.

Come si comprende dal titolo e dalla nostra prima recensione qui raccontata siamo rimasti un po’ delusi dall’accoglienza ma decisamente soddisfatti dalla qualità dei prodotti serviti, dalla location e dal servizio.

Ultimo errore gli amari davvero caldi tenuti in esposizione ad una temperatura di circa 29 gradi in estate, comprendiamo le difficoltà logistiche ma è impossibile godere di un buon “ammazzacaffè” così.

Giusto il prezzo per la qualità offerta, la location ed i tempi di servizio veloci.

Solo se hai qualità puoi permetterti il lusso dell’arroganza e probabilmente da Ristopescheria da Mery possono.

Ci torneremo volentieri se avessimo un giorno modo ed occasione.

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