Ugo Contini Bonacossi è stato un uomo che ha dato molto al mondo del vino riportando l’attenzione su una denominazione per troppo tempo poco conosciuta : Carmignano.
Dopo la morte nel 2012 i figli Contini Bonacossi pensano immediatamente di dedicargli un vino insieme ad un milione di bei pensieri che avranno avuto nell’omaggiare una persona più unica che rara ed è cosi che nasce una nuova etichetta in casa Capezzana.
Nasce nel 2013 infatti Ugo Contini Bonacossi, un Toscana IGT biologico certificato dall’annata 2015 ottenuto interamente da uve Sangiovese della vigna Viticciana, una vigna a cui era particolarmente legato Ugo.
Prodotto in una tiratura limitatissima di sole 4000 bottiglie Ugo Contini Bonacossi ha già rapito il cuore di molti giornalisti e Ristoratori legati ad Ugo ma soprattutto allo stile di Sangiovese made in Carmignano.
La splendida verticale offre tre calici differenti con 3 vini molto diversi tra di loro, espressione vera di quanto il terroir la faccia da padrone nel vino in cui rivive l’energia e l’estro di Ugo.
L’annata 2013 è stata un’annata piovosa seguita da un’estate assolata. E’ stata un’ annata con ciclo vegetativo lungo che ha costretto ad impiegare tanta manodopera nella gestione della parte vegetativa delle viti. È stato questo il millesimo in cui a Capezzana si ritorna ad utilizzare lieviti indigeni e non selezionati, lo stesso in cui Franco Bernabei prende la regia nella consulenza e nel blend finale dei vini Capezzana.
Grado alcolico contenuto e parametri polifenolici ottimali ricordavano vendemmie degli anni ’80, in particolare modo l’annata 1981 e 1987 secondo Filippo Contini Bonacossi.
L’Annata 2015 è stata caratterizzata da tanta pioggia in inverno e primavera e tanto sole in estate. Un’annata calda in Toscana e a Carmignano ma mai preoccupante per arresti vegetativi e blocchi di maturazione. Nessuna bruciatura da colpo di sole e il 23 Settembre tutto il Sangiovese era in cantina bellissimo da vedere e pronto per essere ammostato. Clemente la stagione fino alla fine in modo eterogeneo in quasi tutta Europa. “Ricorda un po’ l’annata 1975 e 1985” secondo Filippo intervistato su Instagram.
Con un pH leggermente superiore potrebbe avere una vita più breve sostengono i critici, sarà tutto da vedere.
L’annata 2016 è il trionfo della bellezza secondo tecnici ed enologi costituita sulle carte dai migliori parametri analitici possibili è ricca in tenore alcolico, bassa nel pH di soli 3,5 punti e veramente intensa nell’unità colorante dettata principalmente dagli antociani. Un vino che potrebbe essere davvero immortale grazie alla tecnologia degli ultimi anni ed il cuore dei vignaioli ai piedi del Montalbano.
Inverno poco freddo e piovoso, estati soleggiate ma notti fresche e ricche in escursioni termiche che preservano l’acidità dei vini e pioggia nei omenti giusti consacrano una delle più belle vendemmie per il Sangiovese degli ultimi 50 anni. Ricorda un po’ l’annata 1990 conclude Filippo per le bellissime giornate e l’estremo equilibrio di tutti i componenti nel vino.
Spazio al termine della degustazione Social in diretta su Instagram per un primo approfondimento sui danni provocati dalla gelata che ha colpito la penisola italiana e non solo nella notte del 7 ed 8 Aprile.
Purtroppo il Sangiovese leggermente più precoce di alcuni vitigni internazionali ne paga le conseguenze, sono ripartire le gemme di controcchio ma nei punti più bassi ed aperti il danno può arrivare purtroppo fino ad un 30-40% di quantità e qualità.