Vajra, storia di un pioniere a Barolo che viaggia in direzione ostinata e contraria

Non è di certo la prima volta che scriviamo di un produttore in Langa e non è la prima volta che raccontiamo di un sogno divenuto realtà, ma la storia della nascita dell’azienda Vajra ha qualcosa di più unico che raro.

La magia del racconto è stata affidata per gran parte alla giovane Francesca, figlia dei produttori Aldo e Milena Vaira, che ringraziamo di cuore per il tempo dedicato.

L’incontro avviene in un freddo pomeriggio di Dicembre, all’esterno della splendida cantina di produzione, a poco più di 3 km dal villaggio di Barolo.

La voglia di raccontarsi è tanta, le occasioni sono purtroppo state poche negli ultimi mesi causa pandemia.

Con una calma ed una profondità imperante Francesca ci porta nel suo mondo e riassume in poco più di 15 minuti la storia del padre Aldo, che allontanato da casa nel Maggio 1968, scopre l’amore per la terra e la ricerca di equilibrio e libertà nella natura.

La paura era tanta, la terra in quegli anni non pagava ed i genitori di Aldo avrebbero voluto in prima battuta un percorso di studi diverso per il figlio. La passione negli occhi del giovane ancora minorenne fece ricredere però tutti in pochi mesi.

Entusiasmo ed abnegazione sono due termini che ricorrono spesso nella vita di Aldo, il sacrificio e l’amore per quello che si fa nella vita ripaga sempre.

Già nel 1971, il giovanissimo Aldo, aderì a Suolo e Salute intuendo l’importanza di allevare in conduzione biologica i propri terreni.

Nel 1972 il debutto alla produzione lo vide alle prese con un’annata inclemente in cui le uve non raggiunsero le maturazioni sperate e che pochi produttori hanno vinificato nella produzione di Barolo.

Mentre il mondo assisteva allo spopolamento delle campagne, in cerca di fortuna nelle città, il giovane Aldo con caparbietà sperimentava e credeva nell’arrivo di annate migliori.

Milena, compagna di vita di Aldo, negli anni ’70, semplifica ed aggiunge sicurezza al percorso unidirezionale intrapreso in direzione ostinata e contraria.

Alla fine degli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80 le scelte sono tutte innovative e certamente controtendenza. La selezione massale in vigna, la Freisa coltivata al Bricco delle Viole, il primo Riesling renano piantato in Piemonte e la scelta di rinunciare al legno piccolo, molto richiesto alla fine degli anni ’80, temprano il carattere dell’azienda che supera momenti difficili e mai perde la linea immaginaria tracciata nella ricerca dell’eleganza e della finezza.

È in questi anni ed in seguito a queste scelte che Aldo Vaira guadagna il titolo di “più moderno dei tradizionalisti e più tradizionale dei modernisti”.

I vini prodotti da Vajra sono vini che non parlano a voce alta e non devono mostrare i muscoli, il territorio si racconta nel migliore dei modi ed è sempre l’attore principale durante l’assaggio.

Le altitudini importanti (tra le più alte nel comune di Barolo) le esposizioni e la vicinanza al Monviso garantiscono freschezza nei profumi ed eleganza nelle matrici.

Tra i vini prodotti il prestigio dei Cru di Ravera, Cerretta, Bricco delle Viole, Baudana, Coste di Rose ed il bellissimo blend di tre MGA in Albe trova un filo conduttore nella precisione d’esecuzione e nella produzione di Baroli chiari, schietti e diretti ,che arrivano al lettore ed emozionano nella fragranza del frutto.

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