Nel 2015 Marco Parusso e Tiziana acquistano ed iniziano a coltivare i terreni di una tenuta ad Alba conosciuta con il nome di Cascina Baconotta.
L’idea principale è quella di produrre un vino che abbia caratteristiche differenti dal Barolo e che possa portare in auge il brand Alba, decisamente forte a livello nazionale ed internazionale ma mai legato direttamente alla produzione di vino.
Subito dopo l’acquisto Marco viene a conoscenza che esiste una doc giovane nata nel 2010, la doc Alba che da disciplinare permette la produzione di vino in quell’areale viticolo con almeno il 70% di Nebbiolo ed il 15% di Barbera.
L’uvaggio all’albese praticato in gran parte nell’enologia degli anni ’80 in Piemonte era perfetto per unire all’acidità ed il tannini del Nebbiolo, i muscoli ed il colore della Barbera. Erano anni in cui la tecnologia non era di certo di grande aiuto in cantina e anche l’uso del freddo per il controllo delle vinificazioni era pura fantasia.
Oggi però sono cambiate tante cose.
La sfida piace a Marco e Tiziana che vedono immediatamente una finestra per poter lavorare la tradizione in chiave moderna. Unica grande difficoltà di uscire con un’etichetta Alba doc è quella di vinificare in uvaggio e dunque entrare in vasca già con il blend di uve Nebbiolo e Barbera.
La Famiglia Parusso però è maestra in questo e da anni Marco ed il suo team sperimentano una vinificazione che passi prima da una “de-stressata” dell’uva per riportare le parole del proprietario di Vegliamonte, e maturata anche dopo il taglio dalla pianta. L’esempio della banana che continua la sua maturazione è certamente esemplare e rende molto l’idea.
Grazie ad una video call su zoom abbiamo degustato il Vegliamonte Alba 2017 e parlato di produzione, mercati esteri e nuove sfide da affrontare nel futuro.
Di seguito il video con la presentazione del vino nato con la prima annata nel 2016: